Storia

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Le Camere Ufficiali della Proprietà Urbana vengono istituite con regio decreto del 16 giugno 1907 per difendere e promuovere gli interessi della proprietà urbana e la loro istituzione doveva essere riconosciuta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il regio decreto del Ministero del Governo (attuale Ministero dell’Interno) del 25 novembre 1919 istituisce, in ogni capoluogo di provincia o centro abitato con più di 20.000 abitanti, una commissione mista di conciliazione e arbitrato tra i proprietari di immobili urbani e gli inquilini, stabilendo l’obbligo di iscrizione dei proprietari di immobili urbani alle Camere Ufficiali della Proprietà. Su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con regio decreto del 28 maggio 1920 si approva il regolamento provvisorio per la riorganizzazione e il funzionamento delle Camere della Proprietà Urbana (composizione, procedura elettorale dei consigli direttivi, organizzazione, funzionamento, risorse, amministrazione e relazioni con il governo, le autorità e gli enti).

La legge del 30 maggio 1941 stabilisce una nuova procedura per la nomina degli organi direttivi delle Camere: il Ministero del Lavoro nominava i presidenti tra i candidati proposti in una terna dal prefetto della provincia; i membri erano designati dal prefetto, su proposta del presidente della Camera, tra i proprietari di immobili urbani iscritti.

Un decreto del 10 febbraio 1950 approva un nuovo regolamento organico delle Camere della Proprietà Urbana, modificato da un altro decreto del 2 febbraio 1956: definite come enti ufficiali e di diritto pubblico, esse prestano servizi obbligatori e altri su base volontaria; si sostentano facendo pagare una quota obbligatoria ai propri soci, proporzionale all’importo dell’imposta comunale, sebbene possano stabilire anche altre quote o imposte speciali. Dal 1960 (decreto del 25 febbraio) tali quote sono unificate e convalidate in un’unica esazione parafiscale fissa di natura permanente, che le Camere ricevono dai loro soci sotto la denominazione di “quota delle Camere della Proprietà Urbana”. Detto regolamento del 1950 rimane in vigore fino al 1977, quando viene modificato dal regio decreto 1649/1977 del 2 giugno 1977, a sua volta modificato dal decreto 2619/1986 del 24 dicembre 1986. A partire da questa data, il compito di eleggere i rispettivi presidenti spetta ai Consigli direttivi delle Camere.

Il processo di estinzione delle Camere della Proprietà Urbana inizia con la legge finanziaria (Ley de Presupuestos Generales del Estado) 33/1987, del 23 dicembre 1987, per l’anno 1988, il cui articolo 109.3 abolisce l’esazione “quota della Camera Ufficiale della Proprietà Urbana”, tassa 24-04. Un anno dopo, l’omologa legge finanziaria per l’anno 1989 (legge 37/1988 del 28 dicembre 1988) abolisce l’obbligo di iscrizione alle Camere. La decima disposizione finale della legge finanziaria 4/1190, del 29 giugno 1990, per l’anno 1990 abolisce le Camere Ufficiali della Proprietà Urbana. Tuttavia, la sentenza della Corte Costituzionale spagnola del 20 giugno 1994 dichiara incostituzionale tale disposizione e l’annulla, ma il regio decreto-legge 8/1994, del 5 agosto 1994, adotta il contenuto di detta disposizione finale, sopprime le Camere e regola il regime e la destinazione del loro patrimonio.

Attualmente le Camere della Proprietà Urbana della Castiglia-León, sotto la forma giuridica di Associazioni di interesse sociale, sono regolate dalla legge 5/2006 del 16 giugno 2006 della comunità autonoma della Castiglia-León.