MILANO – “Sono ottimista sul futuro dell’Europa” e “l’euro è più popolare che mai, mentre il sostegno a favore dell’Ue è ai massimi dalla crisi”. Diffonde segnali di ottimismo il presidente della Bce Mario Draghi, intervenendo in occasione del conferimento di una laurea honoris causa alla Cattolica di Milano.
Da politiche Bce hanno contribuito al Pil dell’Eurozona del 2,6%
In più di un passaggio Draghi ha difeso il proprio operato degli ultimi anni. “La creazione dell’Unione europea, l’introduzione dell’euro e le operazioni della Bce hanno incontrato molti ostacoli e affrontato tante critiche. Eppure si sono dimostrate valide, e oggi sono coloro che dubitavano ad essere messi in discussione”, ha detto Draghi. “Esse – ha proseguito – mostrano che le misure introdotte hanno avuto un impatto sostanziale, contribuendo per 2,6 punti percentuali alla crescita del Pil nell’area dell’euro fra il 2015 e il 2018 e per 1,3 punti percentuali all’inflazione”. “Almeno un quinto dell’impatto complessivo sulla crescita nell’anno di picco, il 2017, è attribuibile ai tassi negativi, mentre gli acquisti di titoli contribuiscono per la maggior parte della quota restante”, ha aggiunto. Per i policy maker è necessario, ha sottolineato “agire consapevoli che le conseguenze delle loro decisioni sono incerte” quando sono “convinti che l’inazione porterebbe a conseguenze peggiori e al tradimento del loro mandato”.
Il richiamo ai governi
“Una politica di bilancio più attiva nell’Eurozona renderebbe possibile regolare le nostre politiche (della Bce, ndr) più velocemente”, ha poi l’ex governatore di Bankitalia, ribadendo il richiamo ai governi a fare di più per non aggravare le responsabilità della banca centrale. “Negli Usa, per esempio, fra il 2009 e il 2018 il bilancio primario strutturale è stato al 3,6%, nell’Eurozona pari a +0,5%”, ha detto Draghi. Così i tassi negli Usa sono potuti salire prima, nell’Eurozona sono rimasti negativi.